VILLA CASTELLI


IL TERRITORIO

Il territorio di Villa Castelli, che ha una superficie di 3.150 ettari, è collocato nel punto di trapasso tra le ultime propaggini delle colline murgesi e l'inizio della pianura salentina. Sotto l'aspetto morfologico, infatti, il territorio di Villa Castelli è suddiviso in due zone. La parte alta, collinosa, ha il suo punto più elevato nel Monte Scotano (326 metri s.m.); la parte bassa, pianeggiante, degrada verso sud fino alla stazione ferroviaria (151 metri s.m.).

L'attività economica prevalente è l'agricoltura, con colture di olive e uva.


CENNI STORICI

Villa Castelli (Brindisi), che dista 45 chilometri dal capoluogo e 25 da Taranto, sia dal punto di vista abitativo che da quello dell'autonomia comunale, ha una storia piuttosto recente. Nei secoli XVI e XVII era una delle più vaste fattorie del feudo di Francavilla che apparteneva alla famiglia Imperiali. Morto nel 1782 senza eredi l'ultimo degli Imperiali, Michele junior, il principato di Francavilla fu diviso e venduto. Il duca di Monteiasi, Gioacchino Ungaro, comprò nell'anno 1793 le masserie Pezza della Corte e Antoglia, insieme alla vasta zona de li Castelli.

Negli anni successivi, prima Gioacchino Ungaro e poi il figlio Carlo concessero questi territori in enfiteusi a coloni venuti da paesi vicini: principalmente da Ceglie Messapica e Grottaglie. Questi coloni cominciarono ad edificare le proprie abitazioni, a forma di trullo, attorno al castello, l'attuale palazzo comunale. Venne così formandosi il centro abitato, che per più di un secolo fu frazione di Francavilla Fontana.

Nell'anno 1830 la Chiesa de' Castelli fu elevata a parrocchia succursale della Chiesa collegiata di Francavilla e fu nominato un incaricato per la tenuta dei registri dello stato civile.

L'autonomia comunale fu raggiunta, dopo lunghe ed aspre lotte, nell'anno 1926.


GIOACCHINO UNGARO


Gioacchino Ungaro, fondatore di Villa Castelli, fu un signore dotto e liberale, appassionato cultore dei problemi economici ed agrari. Amico degli uomini più eminenti del regno di Napoli, l'Ungaro fu fervido sostenitore della piccola proprietà, non solo nei suoi scritti ma anche nella sua azione pratica. Fu vice presidente della Regia Società di Agricoltura di Terra d'Otranto.

Gioacchino Ungaro nacque nel 1737 da Nicola, barone di Monteiasi, e dalla nobile Raimonda d'Aquino da Castrano. Sposò Teresa Borgia di Napoli, la quale gli portò il titolo di duca.

Lo stemma della famiglia Ungaro ha un campo d'argento con un leone rosso rampante ed avente tra le zampe una mezzaluna, e sul corpo un rastrello a tre rebbi posto orizzontalmente e sormontato da una corona ducale.


PALAZZO DUCALE


L'attuale palazzo comunale fu costruito, verso la metà del 1600, dagli Imperiali di Francavilla per residenza estiva, su un antico edificio turrito andato distrutto verso il 1400.

Il castello era munito di cannoni che furono smantellati nel 1799, quando avvenne una prima trasformazione, in seguito alla quale scomparvero anche merlature e feritoie.

Negli anni 1926-28 furono eseguiti lavori di ristrutturazione all'interno e all'esterno, che portarono all'attuale aspetto settecentesco della facciata. I lavori furono realizzati dalla ditta Giuseppe Neglia, su progetto dell'ingegnere Francesco Salerno.

La presenza delle grandi arcate a tutto sesto sul lato est ed ovest dell'imponente edificio svolgeva la funzione di riparo esterno per gli animali. Infatti durante il periodo degli Imperiali il castello era diventato una importante stazione per l'allevamento dei cavalli di razza murgese.

Il palazzo ducale è costruito in massima parte in pietra calcarea. Le volte sono a botte e a stella.

L'edificio è stato in tempi successivi adibito di volta in volta a caserma, scuola, abitazione, uffici.


CHIESA MADRE


L'8 maggio 1898 fu posta la prima pietra alla presenza del Vescovo di Oria Mons. Teodosio Maria Gargiulo. Quarant'anni dopo, l'8 maggio 1938, fu ufficialmente benedetta ed aperta al culto.

Animatore ed artefice instancabile per l'erezione della chiesa fu l'arciprete Don Giuseppe Caliandro, nato il 5 febbraio 1865 e morto il 3 luglio 1952. Tutti i cittadini di Villa Castelli contribuirono con denaro e lavoro.

Progettista fu l'ingegnere Luca Di Castri, di origine francavillese ma residente a Napoli, dove insegnava presso l'Università. Alla sua costruzione hanno contribuito maestranze locali: Domenico e Pietro Palazzo, Giuseppe Neglia e i Danese.

La pianta è a croce latina, con tre navate ed absidi; la copertura è a volta a botte nella navata centrale e nel transetto, a crociera nelle navate laterali. Alta e pittoresca è la cupola a mattonelle policrome. Sul lato est della chiesa è incorporato il campanile di forma quadrangolare con cuspide molto accentuata.

La facciata è divisa da tre alti contrafforti che segnano la larghezza delle navate; su di essa si aprono tre porte d'ingresso. Al centro campeggia il rosone e sulle porte laterali delle trifore.

Materiali usati sono stati la pietra di mazzaro per le fondamenta, la pietra bianca di Carovigno per gli elementi decorativi ed il tufo per il resto della costruzione.

Lo stile della chiesa è composito, con elementi romanici, gotici ed anche barocchi.


PONTE


Il ponte Viadotto dell'Impero fu ideato per creare una nuova zona di espansione verso la zona "Lizzito" e rompere così, definitivamente, l'unidirezionalità verso il nord del vecchio impianto urbanistico.

I lavori furono eseguiti negli anni '30 da maestranze locali sotto la guida della ditta appaltatrice Elia di Ceglie Messapica.

Tutta la costruzione è in pietra di mazzero finemente lavorata e la sequenza di archi a tutto sesto dà all'insieme un movimento molto armonico.


EDIFICIO SCOLASTICO


La costruzione dell'edificio scolastico di Piazza Ostillio fu iniziata nel 1932 e fu eseguita da maestranze locali sotto la guida del maestro appaltatore Giuseppe Neglia di Villa Castelli.

La pianta dell'edificio nella forma richiama una "M", dalla iniziale di Mussolini. L'edificio si struttura in un piano terra ed in un primo piano. Dispone di 15 aule, palestra coperta, locali per la mensa, un grande spazio scoperto.

È sempre stato sede delle Scuola Elementare di Villa Castelli.


GRAVINA


La Gravina, caratteristica del paesaggio carsico pugliese, è un profondo e lungo burrone in cui si incanalano le piogge torrentizie. Taglia il paese in due versanti, che sono stati uniti negli anni trenta con il grande ponte ad archi.

Nel centro della Gravina, sul versante ovest, è situato il caratteristico Trappeto del Duca scavato nella roccia.

In prospettiva la Gravina potrà diventare il punto più caratteristico di Villa Castelli, con grande valenza turistica.


POPOLAZIONE

Residenti al 31.08.2019: 9216 / Maschi: 4599 - Femmine: 4617

Nascite nel 2018: 83 / Maschi: 42 - Femmine: 41

Morti nel 2018: 78 / Maschi: 36 - Femmine: 42


Per notizie storiche più approfondite su Villa Castelli ed il suo territorio apri i seguenti link:

La nascita di un paese tra la fine del settecento e l'inizio dell'ottocento

Masserie del Sud

Architettura rurale

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